Les marquises

Jacques Brel

Pubblicato il 17/11/77 su Universal Music Division Barclay
Artisti principali: Jacques Brel
Genere: Musica francese
Distinzioni: La discografia ideale di Qobuz

Disponibile in

16-Bit/44.1 kHz Stereo

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Tutti conoscono il contesto tragico in cui è stato realizzato questo album. Un contesto quasi più celebre dello stesso contenuto dell’album. Stabilitosi nelle Isole Marchesi da diversi anni, Brel è già molto malato quando comincia a pensare ad un opus, che sarà concepito come «l’ultimo». Dopo aver scritto i testi, prende un aereo per Parigi dove affida gli arrangiamenti al suo complice di sempre: François Rauber. Le prove si svolgono rue de Verneuil a casa di Juliette Gréco. L’album è registrato negli studi Barclay, nel settembre del 1977, un anno prima del decesso di Brel. Il cantautore-interprete di Ne me quitte pas sa di non avere più speranze al momento della creazione delle Marquises, non sorprende dunque sentirlo evocare la morte e la vecchiaia, come nelle sublimi La Ville s’endormait eVieillir, un tango elettrizzato nel quale ripete che «la mort, cela n’est rien» (la morte non è nulla). Anche Jojo è un climax di emozioni, una dichiarazione d’amore ad un amico deceduto, nella quale Brel è accompagnato unicamznte da una chitarra solista. Ma questo contesto mortifero non fa tuttavia di questo album una ricerca spirituale e convenzionale, e nemmeno un susseguirsi di arie moribonde. In questo modo Brel posiziona l’Uomo al di sopra di Dio ne Le bon dieu, una “valse” umanista che non è “à mille temps”, ma, al contrario, di una lentezza serena e benevola. La fisarmonica di Marcel Azzola è prodigiosa. La stessa serenità si dispiega ne Les Marquises e in Voir un ami pleurer (che deve molto al pianoforte sensibile di Gérard Jouannest). Il poeta desidera allontanarsi dalla fatalità morbosa che lo rode, come possiamo sentirlo anche nei testi politicamente impegnati, come l’agiografia di Jaurès, oppure Les Flamingants, accusa violenta contro il nazionalismo fiammingo. L’aspetto testamentario dell’album è dunque relativo, ed è probabilmente in questo che risiede tutta la sua forza. E ovviamente, il senso dell’umorismo tagliente e leggendario di Jacques Brel non poteva mancare. Citiamo Les Remparts de Varsovie, abbozzo satirico di una forza inaudita. Nonostante la malattia, Brel non ha perso un briciolo della sua energia né della sua capacità di derisione, come lo dimostra Le Lion, favola fuori di testa che si situa fra la samba e la musica da circo.

Segnaliamo che la presente edizione contiene 5 brani bonus, tra cui La Cathédrale, uno dei valzer tra i più radiosi composti da Jacques Brel. © Nicolas Magenham/Qobuz

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Les marquises

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