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L’aura degli album culto cresce col tempo, si sa. Anche perché, quando atterra nell’autunno 1997, quest’UFO pilotato da Christoph De Babalon (al secolo Jan Christoph Wolter) è di un eclettismo intrigante. In un’epoca in cui la commistione dei generi musicali non era ancora così ben accetta If You’re Into It I’m Out Of It si muoveva magistralmente tra ambient, drum’n’bass, drone, breackore e tante altre no man’s land elettroniche. Per coronare il tutto, la leggenda vuole che Thom Yorke dei Radiohead lo abbia descritto come «l’album più minaccioso che io possieda!» e che quell’esagitato di Alec Empire degli Atari Teenage Riot sia anche lui un fan di questa grande messa antracite. Logico, essendo stata pubblicata dalla Digital Hardcore Recordings, etichetta fondata appunto dallo stesso Empire.
Abbiamo detto antracite, ma avremmo potuto dire nero come la notte... La musica orchestrata da questo DJ e produttore nato ad Amburgo riecheggia come un impressionante canto dei morti. Non a caso Christoph De Babalon venera un pittore simbolista come Arnold Böcklin e un cineasta mistico come Andreï Tarkovski. Le diverse trame elettroniche che dipana in questo disco esplorano i bassifondi dell’animo umano (si pensi ai quindici minuti sotto tensione a gravità zero del brano di apertura, Opium) e possiedono la potenza malsana di un elettroshock (Water). Ma soprattutto, formano un’opera antesignana da riscoprire con urgenza. © Marc Zisman/Qobuz
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Christoph De Babalon, Main Artist, Artist - Jan Christoph Wolter, Composer
1997 Digital Hardcore Recordings Ltd. 1997 Digital Hardcore Recordings Ltd.
Christoph De Babalon, Main Artist, Artist - Jan Christoph Wolter, Composer
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Approfondimenti
L’aura degli album culto cresce col tempo, si sa. Anche perché, quando atterra nell’autunno 1997, quest’UFO pilotato da Christoph De Babalon (al secolo Jan Christoph Wolter) è di un eclettismo intrigante. In un’epoca in cui la commistione dei generi musicali non era ancora così ben accetta If You’re Into It I’m Out Of It si muoveva magistralmente tra ambient, drum’n’bass, drone, breackore e tante altre no man’s land elettroniche. Per coronare il tutto, la leggenda vuole che Thom Yorke dei Radiohead lo abbia descritto come «l’album più minaccioso che io possieda!» e che quell’esagitato di Alec Empire degli Atari Teenage Riot sia anche lui un fan di questa grande messa antracite. Logico, essendo stata pubblicata dalla Digital Hardcore Recordings, etichetta fondata appunto dallo stesso Empire.
Abbiamo detto antracite, ma avremmo potuto dire nero come la notte... La musica orchestrata da questo DJ e produttore nato ad Amburgo riecheggia come un impressionante canto dei morti. Non a caso Christoph De Babalon venera un pittore simbolista come Arnold Böcklin e un cineasta mistico come Andreï Tarkovski. Le diverse trame elettroniche che dipana in questo disco esplorano i bassifondi dell’animo umano (si pensi ai quindici minuti sotto tensione a gravità zero del brano di apertura, Opium) e possiedono la potenza malsana di un elettroshock (Water). Ma soprattutto, formano un’opera antesignana da riscoprire con urgenza. © Marc Zisman/Qobuz
A proposito dell'album
- 1 disco(i) - 11 traccia(e)
- Durata totale: 01:16:55
- Artisti principali: Christoph De Babalon
- Compositore: Jan Christoph Wolter
- Etichetta: Digital Hardcore Recordings
- Genere: Elettronica
1997 Digital Hardcore Recordings Ltd. 1997 Digital Hardcore Recordings Ltd.
Distinzioni:
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