Eclipse

Approfondimenti

Speriamo che gli scritti su Joey Alexander non ricordino ad vitam aeternam la sua giovanissima età… Il terzo album in studio del pianista esce infatti l’anno dei suoi… 15 anni! Nato a Bali nel 2003, Alexander ha vissuto a Jakarta tra gli 8 e i 10 anni prima di trasferirsi a New-York nel 2014, dove ha conosciuto una delle evoluzioni di carriera più folgoranti mai osservate nella storia del jazz. Legittimato da padrini di nome Herbie Hancock e Wynton Marsalis, l’enfant prodige indonesiano rivisita standard come Lush Life, Round Midnight, I Mean You o It Might As Well Be Spring nel suo primo lavoro in studio apparso nel 2015, My Favorite Things, in duo e in trio con gente di un certo calibro come Larry Grenadier, l’eccellente contrabbassista di Brad Mehldau… L’anno dopo supera un nuovo traguardo pubblicando la maggior parte delle composizioni del suo secondo opus, Countdown, con lo stesso Grenadier, oltre che con il contrabbassista Dan Chmielinski, il batterista Ulysses Owens, Jr. e il sassofonista Chris Potter… Con Eclipse, Joey Alexander ci lascia nuovamente a bocca aperta perché non gioca mai la carta della sbruffoneria tecnica o del virtuosismo gratuito. Mai! Il suo è un pianoforte profondo, da togliere il fiato, come conferma Jason Olaine, il produttore il questa release 2018: «Joey è un giovane musicista dal talento straordinario, che però non dimentica di creare, di cercare di divertirsi suonando. Non gli interessano veramente le ricompense o gli applausi. Eclipse dimostra a che punto sia impegnato in quest’incredibile avventura.»

f Ispirato all’eclissi solare del 21 agosto 2017, questo disco propone sei composizioni originali interpretate con il contrabbassista Reuben Rogers e il batterista Eric Harland, più tre tracce con il sassofonista Joshua Redman. Alexander riprende anche brani di qualità come Blackbird dei Beatles, Moment's Notice di John Coltrane, Time Remembered di Bill Evans e lo standard di Ray Noble The Very Thought Of You. Ma a prescindere dall’opera trattata, la sua determinazione, il suo senso della nota e la delicatezza con cui intercala gli spazi nella sua musica lasciano letteralmente senza parole. © Clotilde Maréchal/Qobuz