Sputnik

Approfondimenti

Il 4 ottobre 1957, il razzo R-7 lanciava in orbita attorno alla terra il primo satellite artificiale Sputnik, inaugurando la prima pagina del libro della conquista dello spazio e consegnando ai sovietici la vittoria iniziale. Sessantun anni dopo, il crooner italiano Luca Carboni lancia un album dallo stesso nome, senza preoccuparsi di competere con eserciti stranieri. Come le immagini spaziali della copertina e del video che accompagnano l’uscita di questo lavoro, gli arrangiamenti di questa nuova collezione di canzoni sono di stile rétro-futurista: quello delle innovazioni tecnologiche musicali degli anni ’80, gli anni new wave che hanno visto l’avvento delle tastiere digitali e dei sampler, e che sono stati gli anni dei primi successi del cantautore bolognese. Una Grande festa, il pezzo di apertura è un inno trascinante e festoso, mentre lo Sputnik finale è tenero e nostalgico. Tra l’uno e l’altro, le occasioni di ballare non mancano, e nemmeno quelle per ricordare. L’introduzione di Ogni cosa che tu guardi avrebbe potuto trovarsi, per esempio, in un album degli Human League. Ma al di là dei piacevoli ricordi, una canzone come Amore Digitale prova anche che l’approccio, non privo di ironia, di Luca Carboni, non è fatto solo di nostalgia per il passato. © Benjamin MiNiMuM/ Qobuz