Handel: Serse, HWV 40

Accademia Bizantina, Ottavio Dantone

Pubblicato il 27/05/22 su Hdb Sonus
Artisti principali: Accademia Bizantina Ottavio Dantone
Genere: Classica

Libretto digitale

Disponibile in

24-Bit/88 kHz Stereo

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Il debutto avvenne il 15 aprile 1738, al King’s Theatre di Londra (committente dell’opera): e fu un insuccesso clamoroso. Inizia così la storia del Serse di Händel, opera in tre atti, con una storia curiosa anche per quanto riguarda il libretto: ignoto ancora oggi l’autore, anche se si sa che fu un adattamento da un libretto precedente creato da Silvio Stampiglia per un’opera del 1694 di Giovanni Bononcini, a sua volta debitrice di quanto fatto da Nicolò Minato (come librettista) e Francesco Cavalli (come compositore) per Xerse, anno 1654.

È facile immaginare il divertimento dell’Accademia Bizantina nel rovistare in tutte queste peripezie; ed è ancora più facile e scontato immaginare il gusto e la soddisfazione con cui hanno riprodotto la creazione di Händel. Troppo ghiotta la sfida di dimostrarne i grandissimi elementi di modernità: ciò che all’epoca affossò nella ricezione pubblica il suo Serse, oggi pare fatto apposta per la generazione iper-contemporanea. Arie molto brevi – a partire dall’iniziale Ombra mai fu – come se fossimo già nella “civiltà dello streaming” dove per mietere numeri si tengono sotto i due minuti tutte le tracce per massimizzare le numeriche d’ascolto, un trucco usatissimo dall’hip-hop contemporaneo; e poi ancora, interpolazioni continue e, soprattutto, una mescolanza di registri tra serio e buffo che oggi è l’ingrediente principale della cinematografia da serie tv, di molta letteratura e, in generale, del discorso pubblico, ma che all’epoca invece venne ritenuta completamente dissacrante, inadeguata, inaccettabile.

La resa dell’Accademia Bizantina, guidata da Ottavio Dantone, è come sempre cristallina ed impressionante per cura filologica. Qui forse addirittura si sente un pizzico ulteriore di divertimento nel calcare gli accenti, nel cercare un’espressività al cento per cento barocca: partiture e libretto non solo lo consentono, lo incoraggiano proprio, senza tuttavia mai cadere nello stucchevole. Händel probabilmente mai avrebbe immaginato che quel fallimento londinese sarebbe diventato, quasi cinque secoli più tardi, una delle sue composizioni più attuali ed “adatte ai tempi”: scherzi del destino, e della forza dell’arte in grado di attraversare i secoli. E merito di chi quest’arte la cura, la tiene in vita, la rende sempre viva e pulsante, con cura maniacale e grande competenza tecnica. © Damir Ivic/Qobuz

Maggiori informazioni

Handel: Serse, HWV 40

Accademia Bizantina

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Serse, HWV 40: Ouverture