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Durerà nel tempo, questo album di Arisa. Resterà sempre e comunque un documento interessante. E questo per due motivi. Il primo, banale, è che è molto ispirato nella scrittura: ci sono canzoni fatte veramente bene, sia come sviluppo melodico ed armonico che come arrangiamenti. Il secondo è che si tratta una fotografia molto nitida e realistica di una artista in transizione come mai prima; e fra qualche anno bisognerà tornare ad Ero romantica per capire, col senno di poi, qual era la direzione che Arisa alla fine aveva scelto di prendere. Manca infatti – parafrasando Battiato – un centro di gravità permanente, in questo disco. La prima parte catapulta l’artista lucana in territori in parte sorprendenti, tra luccichii EDM, cavalcate electro-pop, architetture urban digitali, citazioni house: ma in realtà se un minimo si conosce non il personaggio Arisa ma la persona Rosalba Pippa questa scelta di direzione è assolutamente giustificata e coerente. Lei infatti è ancora prigioniera di quanto le era stato cucito addosso oltre un decennio fa all’epoca del suo esordio sanremese, deliziosa leziosità che tanto le ha permesso di emergere ma altrettanto l’ha inscatolata in una identità che non le appartiene.
Non è nemmeno Arisa al 100% il fatto di nascondersi dietro ad una voce bellissima per timbro ed intonazione legandosi solo ed unicamente a grandi canzoni orchestrali, a quelle e solo quelle. Il “problema” però, e le virgolette sono d’obbligo, è che le fa veramente bene: Potevi fare di più e La casa dell’amore possibile, in questo LP, sono comunque autentici gioielli. Ma più che accontentarsi dell’argenteria, che sarebbe un bell’accontentarsi, Arisa ha evidentemente troppa voglia di vivere, di far scivolare nella sua musica pezzi di vita vissuta, emozioni contemporanee e non museali. Da lì la scelta di imporre a tutti – a partire da sé stessa – un album che inizia, appunto, con dance, rifrazioni hip hop, scrittura dei testi di taglio indie, eccetera eccetera. Lo fa male? No. Lo fa molto bene, invece. Gli arrangiamenti e la scrittura, come detto, sono di qualità eccellente: professionalità al massimo grado, ed ispirazione pure ben sopra la media. Chiaro, visto nel suo insieme resta un contrasto molto forte tra l’Arisa “da Sanremo” e l’Arisa alla ricerca dell’airplay radiofonico urban; è un contrasto ingombrante, ed è la riproposizione molto tempo dopo della stessa “frattura” che ha attraversato, combattuto, percorso e ripercorso la strada di un’altra voce stupenda della nostra scena musicale, Giorgia. Destini paralleli. Probabilmente Arisa ha bisogno di una Vivi davvero che la consacri anche nel campo più dance, ballabile, moderno e meno “classico”, che in questo album – nonostante tracce di qualità – ancora non c’è. Nel momento in cui arriverà, sarà più facile considerare il suo lato moderno qualcosa di altrettanto sostanzioso ed iconico quanto quello suo di matrice più classica, e non un “divertissement” da giocare in attesa che finisca la ricreazione e si torni nei ranghi da persona ragionevole. Che arrivi glielo auguriamo davvero: se lo merita. Per piglio, per talento. Ero romantica è un disco molto buono, ma forse ancora troppo disomogeneo e poco armonico nel gestire due macro-registri diversi. Ci piace però immaginare che, appunto, fra qualche anno sarà visto come il primo passo della consacrazione definitiva di Arisa verso il mondo – e pure nei confronti di sé stessa. In quanto tale, un documento fondamentale. © Damir Ivic/Qobuz
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Arisa, MainArtist - Jason Rooney, Producer - Giuseppe D'Albenzio, Composer - Giuseppe Barbera, Composer - Rosalba Pippa, Lyricist
2021 Pipshow Srl 2021 Pipshow Srl - under exclusive license to Believe
Arisa, MainArtist - Daniele Autore, Composer - Rosalba Pippa, Lyricist - DJ Matrix, Producer - Francesco Sponta, Lyricist - Danusk, Producer - Torine Michelle Bjåland, Composer - Viktoria Reitan, Composer
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Arisa, MainArtist - Jason Rooney, Producer - Giuseppe D'Albenzio, Composer - Ornella Felicetti, Lyricist
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Arisa, MainArtist - Kaci Brown, Lyricist - Daniele Autore, Composer - Johannes Herbst, Composer, Producer - Rosalba Pippa, Lyricist - Sam Gray, Composer - BROWN & GRAY, FeaturedArtist - Danusk, Producer
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Arisa, MainArtist - Jason Rooney, Producer - Lorenzo Vizzini, Composer, Lyricist - Danusk, Producer
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Arisa, MainArtist - Giuseppe Anastasi, Composer, Lyricist - Jason Rooney, Producer - Cristian Pratofiorito, Composer - Giuseppe “Gioni” Barbera, Producer
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Arisa, MainArtist - Giuseppe Anastasi, Composer, Lyricist - Jason Rooney, Producer - Giuseppe “Gioni” Barbera, Producer
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Alessandra Flora, Lyricist - Arisa, MainArtist - Giuseppe Anastasi, Composer - Jason Rooney, Producer - Giuseppe “Gioni” Barbera, Producer
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Adriano Pennino, Composer - Arisa, MainArtist - Jason Rooney, Producer, Remixer - Giuseppe D'Albenzio, Composer - Rosalba Pippa, Lyricist
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Arisa, MainArtist - Gigi D'Alessio, Composer, Lyricist
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Arisa, MainArtist - Giuseppe Anastasi, Composer, Lyricist - Jason Rooney, Producer - Giuseppe “Gioni” Barbera, Producer
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Approfondimenti
Durerà nel tempo, questo album di Arisa. Resterà sempre e comunque un documento interessante. E questo per due motivi. Il primo, banale, è che è molto ispirato nella scrittura: ci sono canzoni fatte veramente bene, sia come sviluppo melodico ed armonico che come arrangiamenti. Il secondo è che si tratta una fotografia molto nitida e realistica di una artista in transizione come mai prima; e fra qualche anno bisognerà tornare ad Ero romantica per capire, col senno di poi, qual era la direzione che Arisa alla fine aveva scelto di prendere. Manca infatti – parafrasando Battiato – un centro di gravità permanente, in questo disco. La prima parte catapulta l’artista lucana in territori in parte sorprendenti, tra luccichii EDM, cavalcate electro-pop, architetture urban digitali, citazioni house: ma in realtà se un minimo si conosce non il personaggio Arisa ma la persona Rosalba Pippa questa scelta di direzione è assolutamente giustificata e coerente. Lei infatti è ancora prigioniera di quanto le era stato cucito addosso oltre un decennio fa all’epoca del suo esordio sanremese, deliziosa leziosità che tanto le ha permesso di emergere ma altrettanto l’ha inscatolata in una identità che non le appartiene.
Non è nemmeno Arisa al 100% il fatto di nascondersi dietro ad una voce bellissima per timbro ed intonazione legandosi solo ed unicamente a grandi canzoni orchestrali, a quelle e solo quelle. Il “problema” però, e le virgolette sono d’obbligo, è che le fa veramente bene: Potevi fare di più e La casa dell’amore possibile, in questo LP, sono comunque autentici gioielli. Ma più che accontentarsi dell’argenteria, che sarebbe un bell’accontentarsi, Arisa ha evidentemente troppa voglia di vivere, di far scivolare nella sua musica pezzi di vita vissuta, emozioni contemporanee e non museali. Da lì la scelta di imporre a tutti – a partire da sé stessa – un album che inizia, appunto, con dance, rifrazioni hip hop, scrittura dei testi di taglio indie, eccetera eccetera. Lo fa male? No. Lo fa molto bene, invece. Gli arrangiamenti e la scrittura, come detto, sono di qualità eccellente: professionalità al massimo grado, ed ispirazione pure ben sopra la media. Chiaro, visto nel suo insieme resta un contrasto molto forte tra l’Arisa “da Sanremo” e l’Arisa alla ricerca dell’airplay radiofonico urban; è un contrasto ingombrante, ed è la riproposizione molto tempo dopo della stessa “frattura” che ha attraversato, combattuto, percorso e ripercorso la strada di un’altra voce stupenda della nostra scena musicale, Giorgia. Destini paralleli. Probabilmente Arisa ha bisogno di una Vivi davvero che la consacri anche nel campo più dance, ballabile, moderno e meno “classico”, che in questo album – nonostante tracce di qualità – ancora non c’è. Nel momento in cui arriverà, sarà più facile considerare il suo lato moderno qualcosa di altrettanto sostanzioso ed iconico quanto quello suo di matrice più classica, e non un “divertissement” da giocare in attesa che finisca la ricreazione e si torni nei ranghi da persona ragionevole. Che arrivi glielo auguriamo davvero: se lo merita. Per piglio, per talento. Ero romantica è un disco molto buono, ma forse ancora troppo disomogeneo e poco armonico nel gestire due macro-registri diversi. Ci piace però immaginare che, appunto, fra qualche anno sarà visto come il primo passo della consacrazione definitiva di Arisa verso il mondo – e pure nei confronti di sé stessa. In quanto tale, un documento fondamentale. © Damir Ivic/Qobuz
A proposito dell'album
- 1 disco(i) - 11 traccia(e)
- Durata totale: 00:34:57
- Artisti principali: Arisa
- Compositore: Various Composers
- Etichetta: Pipshow Srl
- Genere: Pop/Rock Pop
2021 Pipshow Srl 2021 Pipshow Srl - under exclusive license to Believe
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