Con “Opening”, il suo nuovo, sensuale e meditativo album in trio, il pianista jazz nato a Oslo continua il suo peculiare e bellissimo percorso.

Dall’uscita del suo primo album in trio pubblicato per ECM nel 2002, Changing Places, che ha immediatamente posto le basi idiomatiche di un universo singolare che sintetizza un tropismo minimalista e contemplativo tipico del jazz scandinavo e una vena più spiritualista che prende in prestito il suo vocabolario tanto dal gospel quanto dagli inni popolari nordici, Tord Gustavsen ha deviato molto poco dalla sua traiettoria estetica. Anche se nel corso degli anni ha proposto alcuni progetti fonografici con orchestrazioni più elaborate in compagnia della cantante Kristin Asbjørnsen e del sassofonista Tore Brunborg (Restored, Returned), il trio è rimasto il suo mezzo preferito quando il pianista norvegese si esibisce in concerto, e lo spazio relazionale dove la sua voce trova la massima espressione.  

Tord Gustavsen Trio 2022 promo video

Tord Gustavsen

  Dopo un ritorno a questa formula su disco nel 2018 con The Other Side, dove ha ripreso le cose più o meno da dove le aveva lasciate dieci anni prima con Being There, Gustavsen, sempre accompagnato dal fedele Jarle Vespestad alla batteria, con Opening introduce un elemento dirompente nel fine equilibrio della sua orchestra, offrendo al suo nuovo contrabbassista Steinar Raknes delle inedite aree di dialogo modificando le dinamiche collettive e, attraverso l’uso di effetti elettronici sul suo strumento, apporta una vera e propria rivoluzione all’identità sonora dell’ensemble. Se nei brani che aprono l’album riconosciamo la firma di Gustavsen, con una musica sensuale e allo stesso tempo meditativa che si sviluppa organicamente con un acuto senso di elasticità in temi volontariamente semplici ma di grande potenza melodica, il clima cambia impercettibilmente nel corso dei brani, con un uso sempre più prominente dell’elettronica. Immerso in una sorta di alone atmosferico dalle texture complesse, spinto dai battiti evanescenti di una batteria divisionista, il canto appena abbozzato del pianoforte emerge come una sorta di eco nostalgica, mentre la musica assume una suspense dai toni quasi cinematografici per snodarsi in una sorta di preludio a un evento che viene costantemente posticipato. Con Opening, Tord Gustavsen apre indiscutibilmente un nuovo capitolo nella storia del suo trio. © Stéphane Ollivier/Qobuz

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