Con “Stitches”, il trombettista norvegese mette la sua firma su un album più alto e poetico che mai e rivisita “True Love Waits” dei Radiohead...

Dopo l'inaspettata parentesi del 2018 con i giamaicani Sly & Robbie (Nordub, premiato con un Qobuzissime) e due anni dopo in duo con Mino Cinelu (SulaMadiana), Nils Petter Molvær ritorna su territori più canonici con Stitches, un album che gli assomiglia più che mai... Nel 1997, quando l'etichetta ECM pubblicò il suo sorprendente album, Khmer, il grande pubblico scoprì un trombettista norvegese che aveva saputo dare una scossa alla scena jazz, dilettandosi con l'elettronica e l'ambient. Come se fosse stato un lontano cugino di Brian Eno o Jon Hassell...  

Nils Petter Molvaer - True Love Waits (Radiohead cover)

Nils Petter Molvaer

  Per Stitches, appena uscito, Molvær è stato raggiunto dal batterista Erland Dahlen, il bassista Jo Berger Myhre e il chitarrista Johan Lindstrøm per un viaggio ibrido, condotto dal suono ampio e spaziale del suo strumento, che padroneggia in modo ineccepibile. La spontaneità con cui Molvær suona e soprattutto la sua fluidità (magica sulla reinterpretazione di True Love Waits dei Radiohead) si adattano perfettamente al carattere poetico di questo nu-jazz, che spesso spicca il volo. Ma nelle sue sequenze new age, l'album non è mai compiacente: quando l'elettronica prende il sopravvento, è soprattutto per dare più densità alle composizioni. Mentre il mondo è in subbuglio, come una sfinge Nils Petter Molvær lo osserva con calma, intensamente, spiritualmente... © Marc Zisman/Qobuz

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