Qobuzissime per "Memory Device", album di debutto di un affascinante inglese innamorato degli anni '80...

Babatunde Teemituoyo Doherty, alias Baba Ali, è un uomo degli anni '80. Ma non solo. Memory Device lo dimostra appieno. Cresciuto con le sonorità di Prince, Michael Jackson e persino Femi Kuti (un amico di famiglia), oltre a D'Angelo e J Dilla, questo nativo del New Jersey dalle origini nigeriane riesce combinare la brillantezza del funk, la freddezza del post-punk, l'effervescenza della dance e una moltitudine di suoni all'interno del suo sorprendente album, Memory Device.  

Baba Ali - Got An Idea (Offical Video)

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  Ali, come un esteta, è alla ricerca dell'arte assoluta. Già al liceo, con il suo duo Voices Of Black, disse: “Beh, siamo due ragazzi neri ma ascoltiamo i Radiohead e i Joy Division e un sacco di altre cose: non vogliamo sentirci etichettati, bensì creare una musica assoluta, che spazia ovunque sfiorando tutto.” Seguendo questa filosofia, ha inventato l'espressione “yarchismo”, che definisce il processo di creazione istintiva necessario per raggiungere la purezza. Un processo utilizzato per creare i demo maturati dai corsi d'arte che Ali ha seguito alla Brown University, e che hanno affascinato il suo compagno di classe Nicolas Jaar. Quest'ultimo in seguito li ha aiutati a pubblicare il loro primo EP sull'etichetta electro Wolf + Lamb (Seth Troxler, Shaun Reeves) dalla quale lui stesso era emerso. Nomad (2017) e This House (2020) sono seguiti a ruota, due primi EP pieni di grime, generati dall'ascolto ripetuto di LCD Soundsystem o Iggy Pop, scoperti a Londra, dove vive.  

Baba Ali - Black Wagon (Official Video)

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  Scritto in solitudine durante il lockdown e registrato tra settembre 2020 e febbraio 2021 con Al Doyle (Hot Chip, LCD Soundsystem) nell'East London, questo primo LP è ispirato tanto da James White And The Blacks quanto da Heaven To A Tortured Mind (2020) di Yves Tumor, e per sua stessa ammissione, si tratta di un vero schiaffo in faccia. Possiamo trovare la post-disco della fine degli anni '70 così come degli esperimenti d'avanguardia che dipingono fumose atmosfere (Better Days, Nuclear Family) e la sua voce, distorta e alterata, su testi a volte cupi (“I've seen better days”). In questo riuscito lavoro, dominano i synth (Nature's Curse, Got An Idea), i bassi e i beat sostenuti (Black Wagon), le rotondità del funk e della new wave (Draggin' On, Temp Worker).  

Baba Ali - Thought Leader (Offical Video)

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  Ma al di là del pluralismo referenziale, ciò che ammalia è la tensione che intercorre da una traccia all'altra, perfetta per un viaggio notturno e catartico in un club. In breve, un Qobuzissime che è come un tesoro, la cui formula diventa ancora più magica se condiviso. © Charlotte Saintoin/Qobuz

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