La crisi di mezza età di John Mayer

Nel 2001, nel suo primo album Room For Squares, il 22enne John Mayer cantava della sua “quarter-life crisis” (la crisi del primo quarto di vita). In occasione del suo 43° compleanno, il suo nuovo album, Sob Rock, arriva giusto in tempo per affrontare la sua crisi di mezza età. C’è un'aria di rimpianto nelle sue ballate, come su Shouldn’t Matter But It Does, dove il cantante ripensa a un amore passato: It could've been always, it could've been me / We could have been busy naming baby number three (Poteva essere per sempre, potevo essere io / Potevamo essere occupati a dare il nome al nostro terzo bambino). Nella hit New Light (prodotta da No ID, collaboratore abituale di Kanye West), troviamo gli stessi desideri e atteggiamenti da lonely-boy dei suoi esordi. Successivamente, con I Guess I Just Feel Like si addentra nell'esistenzialismo: I guess I just feel like nobody’s honest, nobody’s true ... I guess I just feel like I’m the same way too (Credo di sentirmi come se nessuno fosse onesto, nessuno fosse autentico... Credo di sentirmi allo stesso modo anch'io). Mayer racconta che lo stress della pandemia lo ha portato a ritirarsi nella sua zona di comfort durante la lavorazione dell'album, in questo caso, il soft rock degli anni ’80, quello della sua infanzia.  

  Nella formidabile Last Train Home, John Mayer ha invitato un veterano del genere, il percussionista dei Toto, Lenny Castro, ma anche Maren Morris, eroina del country-pop contemporaneo, per accompagnare il suono frizzante della sua chitarra PRS Silver Sky. Til the Right One Comes suona quasi come una canzone di Christine McVie, mentre la deliziosa Wild Blue ci ricorda che è un chitarrista nei tour dei Grateful Dead per una buona ragione.  

  Su Shot in the Dark e Carry Me Away, la sua voce profonda accompagna perfettamente questi intrecci di sensualità e tristezza. È raro trovare (l'occasionale) umorismo del chitarrista nelle sue registrazioni, ma in questa occasione è presente in uno dei brani più trainanti di Sob Rock, Why You No Love Me: con una composizione sottile, gentile e sincera, Mayer canta - probabilmente con un sorriso sul volto - alcune parole degne del Maestro Yoda: Why you no love me... Why you no even care. © Shelly Ridenour/Qobuz  

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