Cinque anni dopo IV, i BadBadNotGood (o BBNG) emergono dal loro silenzio discografico con Talk Memory, il loro nuovo album, meno electro, più denso e più acustico del solito. È un disco che abbraccia l'improvvisazione pura e suona come un ritorno alle radici, quelle dei loro esordi jazz più viscerali...
BADBADNOTGOOD - Signal From The Noise
BADBADNOTGOODPer questo quinto album, Leland Whitty (sax, flauto, chitarra, basso, piano, synth), Chester Hansen (basso, chitarra, piano, organo, synth) e Al Sow (batteria e percussioni) hanno invitato artisti del calibro di Laraaji, Karriem Riggins, Terrace Martin, Brandee Younger e il grande compositore brasiliano Arthur Verocai (che si è occupato degli arrangiamenti degli archi). Dopo la separazione da Matthew Tavares, tastierista e co-fondatore della band, nel 2019, la band canadese sembra aver voluto restringere il proprio ambito stilistico (non ci sono featuring di artisti hip-hop, questa volta) ma non la propria ambizione musicale.
BADBADNOTGOOD - Sending Signals
BADBADNOTGOODGià dal brano di apertura, Signal From the Noise, si percepiscono le loro intenzioni: in 9 minuti, srotolano un tappeto di note di pura fusion-jazz che gioca con la psichedelia e il progressive. Una deriva musicale co-prodotta dal mago dell'elettronica Sam Shepherd - aka Floating Points. Ma Talk Memory è caratterizzato da tanti altri paesaggi sonori, altrettanto colorati ma più voluttuosi, come City of Mirrors, Love Proceeding e Beside April, brani accompagnati dai violini arrangiati da Verocai.
BADBADNOTGOOD - Beside April
BADBADNOTGOODI BBNG diventano un tutt'uno e vanno avanti come una sola entità, per eseguire al meglio le loro melodie, fulcro delle loro improvvisazioni. Con questi 42 minuti di jazz, animato da un'energia sbalorditiva, il trio è riuscito a proiettarsi nel futuro senza dimenticare le idee che nel 2010, a Toronto, hanno dato vita alla band. In definitiva, restano saldamente legati alle loro radici, ma con lo sguardo rivolto al futuro. © Marc Zisman/Qobuz
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