Cinque anni dopo "Turn Blue", Dan Auerbach e Patrick Carney riscattano i Black Keys, il loro bolide dedicata al rock classico...

Da quasi 20 anni, Dan e Pat ricordano a tutti come funziona il rock'n' roll. Perfino a loro stessi. Un decennio dopo aver lasciato il loro Akron natale nell’Ohio per Nashville, i Black Keys hanno dato vita a Let's Rock, una sorta di ritorno alla fonte di un rock originale nelle cui vene il sangue blues è in ebollizione.

È quindi logico che la chitarra elettrica venga celebrata dal primo all’ultimo minuto. Il titolo dell’album non mente... Per far sì che la coppia avesse ancora delle cose da dirsi, le infedeltà sono state accettate. Dan Auerbach ha fondato l’etichetta Easy Eye Sound, che prende il nome dal suo studio di Nashville, pubblicando il suo secondo album solista, Waiting on a Song, e producendo una bella collezione di album firmati Yola, Shannon & The Clams, Dee White, Sonny Smith, Robert Finley e Gibson Brothers.

Dal canto suo, Pat Carney ha prodotto e registrato musica con Calvin Johnson, Michelle Branch, Tobias Jesso Jr., Jessy Wilson, Tennis, Repeat Repeat Repeat, Wild Belle, Sad Planets, Turbo Fruits e tanti altri. E per Netflix, infine, ha firmato la colonna sonora di BoJack Horseman. Tutto ciò ha reso più stimolante il loro ritrovarsi.

The Black Keys - Go [Official Music Video]

The Black Keys

Questo periodo mi ha permesso di vedere le cose più chiaramente”, dice Auerbach. “E rende il mio ricongiungimento con Pat ancora più piacevole, proprio per via di questa lunga distanza. Il nostro nuovo disco è il testamento di tale sensazione”.

A livello sonoro, Let's Rock recensisce tutti i bei vecchi suoni delle chitarre anni ’70 venerate dal tandem. Una vasta gamma che va da Glenn Schwartz e Joe Walsh, da James Gang a Billy Gibbons dei ZZ Top, Stealers Wheel (Sit Around and Miss You assomiglia tantissimo a Stuck in the Middle With You), T. Rex, Link Wray (periodo Polydor), Blue Öyster Cult e tanti altri.

Non volevo che pensassimo troppo”, aggiunge Auerbach. “Bisognava che sentissimo un po’ di spontaneità. Volevo essere in grado di registrare qualcosa di simile a Louie Louie essendone soddisfatto. Ecco, stavo cercando i Troggs!” “Per quanto mi riguarda, miravo più a {Down on the Street degli Stooges}”, dice Carney, che insiste sul suo amore per le “buone, grandi e stupide canzoni”. “Sono le mie preferite! E su questo album, Dan ed io abbiamo ottenuto quello che volevamo. Ho suonato la chitarra elettrica per un anno nel mio studio e, per la prima volta da molto tempo, anche lui l’ha suonata a lungo. L’album è quindi una sorta di omaggio a questo strumento... Abbiamo adottato un approccio semplice e soprattutto abbiamo eliminato tutto l’inutile come prima”. Resta dunque la base, solo ciò che è essenziale in un certo senso... © Marc Zisman/Qobuz

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