La musica, che si tratti di jazz o classica - e Nina Simone conosceva benissimo la differenza tra i due - dal vivo su di un palco è spesso superiore a quella registrata studio. Ad esempio, uno dei migliori album in assoluto di Nina Simone, It Is Finished, è proprio un album dal vivo. E The Montreux Years, una compilation recentemente pubblicata delle sue performance al famoso festival jazz, si aggiunge al podio. Include estratti dei suoi cinque concerti sulle rive del Lemàno, nel 1968, 1976, 1981, 1987 e 1990, tutti accomunati da una grande qualità del suono. Quella del 1968 è la seconda edizione del festival e segna l'inizio di una lunga relazione tra Nina Simone e Montreux. Questo concerto completo, finora disponibile solo su rare e costose copie, ci permette di ascoltare le sue grandi canzoni dell'epoca (da I Wish I Knew How It Would Feel To Be Free a Backlash Blues o See-line Woman, fino alla sua cover di Ne me quitte pas) in una versione alquanto applicata e rilassata.
Nina Simone - I Wish I Knew (How It Would Feel To Be Free) (Live at Montreux, 1976)
NinaSimoneVEVOÈ solo più tardi, in particolare nel 1976, che la sua musica diventa più estrema, in equilibrio tra una candida brezza e uno sfogo catartico. Da sacerdotessa del soul, Nina Simone divenne una sciamana, una strega seducente che poteva fare ciò che voleva della musica e del pubblico. Da ballate intime a trance afro-jazz, era al top della sua forma artistica, padrona della sua musica e sempre imperiosa. Nei brani del 1990 di questi Montreux Years, troviamo una Nina Simone dalla voce diversa, provata dalla vita. Una regina che ha perso la sua sicurezza e il suo potere, ed è rimasta la donna, con la sua fragilità. Una fragilità che ha reso la sua musica ancora più toccante ed emozionante. © Stéphane Deschamps/Qobuz
