Quando “la crème de la crème” del rock di oggi reinterpreta l'intero primo album cult dei Velvet Underground...

Quando uscì, il 12 marzo 1967, in quanti avrebbero potuto immaginare che il primo album di una giovane band di New York guidata da Andy Warhol (che firmò la leggendaria copertina con la banana) e chiamata Velvet Underground sarebbe diventato uno dei più grandi (e tra i più influenti) dischi della storia del rock'n'roll? I'll Be Your Mirror: A Tribute to The Velvet Underground & Nico, recentemente pubblicato, offre una rilettura totale e contemporanea. A reinterpretare queste undici canzoni, che sono quasi tutte diventate dei classici, un affascinante cast transgenerazionale, che ha, come spesso accade in questo tipo di occasioni, due opzioni: la cover “saggia”, che rispetta la traccia originale, o la cover “decostruita”. Michael Stipe dei R.E.M. apre le danze con un'introduzione di clarinetto di Doug Wieselman per una versione asciutta di Sunday Morning. Così come asciutta e spettrale è anche la versione di Femme Fatale di Sharon Van Etten, che affascina con i suoi tempi dilatati. Andrew Bird ha lavorato molto sulla sua cover di Venus in Furs: alleggerisce questa sinfonia sotto forma di discesa agli inferi con le sue piacevoli aggiunte di archi e di voci. Kurt Vile invece offre un cambio radicale di scenario, con una primitiva Run Run Run, che conserva lo spirito della versione del 1967.  

Kurt Vile - Run Run Run (Radio Edit)

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  L'esatto opposto di Annie Clark, alias St. Vincent, che smantella quel puzzle che è All Tomorrow's Parties per farne un pezzo artsy pieno di idee, o di Courtney Barnett che suona I'll Be Your Mirror da sola alla chitarra, per mettere in evidenza solo la prosa di Lou Reed.  

Courtney Barnett - I’ll Be Your Mirror (Lyric Video)

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  Infine, quelli che creano la cover più personale sono i giovani irlandesi Fontaines D.C., che fanno suonare The Black Angel's Death Song proprio come una canzone dei Fontaines D.C.. Per chiudere la festa, Iggy Pop, l'unico contemporaneo della band di Lou Reed presente in questo album tributo, si lancia in una folle ed elettrica European Son (con Matt Sweeney che dirige uno tsunami di chitarre). Un furioso brano dalle atmosfere sciamaniche che travolge tutto lungo il suo cammino e che chiude I'll Be Your Mirror: A Tribute to The Velvet Underground & Nico nel migliore dei modi. © Marc Zisman/Qobuz  

Iggy Pop, Matt Sweeney - European Son (Lyric Video)

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