Con “Rebirth”, il soprano bulgaro firma un album appassionante concepito assieme al direttore argentino Leonardo García Alarcón, che crea un ponte ideale tra il periodo barocco e l'epoca moderna.

Questo progetto è nato in seguito ad un incontro e alla drammatica pandemia che ha colpito il mondo nella primavera del 2020. Sonya Yoncheva ragionava ormai da anni su quale sarebbe stato il programma di Rebirth, il suo futuro album, ma il suo incontro con Leonardo García Alarcón, avvenuto in occasione di una produzione de L'Incoronazione di Poppea all'Opera di Ginevra, le ha fatto modificare la sua visione originale. I due musicisti hanno accarezzato l'idea di creare un dialogo musicale, tra il periodo barocco e il nostro, con opere presentate come rivelatrici l'una dell'altra. Per Sonya Yoncheva, questo lavoro è concepito come un’esortazione ad una vera e propria rinascita. Il suo programma è una sorta di esplorazione dei più profondi recessi della psiche umana, attraverso una musica di grande profondità espressiva.  

Sonya Yoncheva - Claudio Monteverdi - Oblivion soave

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  Leonardo García Alarcón si spinge ancora più in là, parlando di un “nuovo modo di concepire i suoni e le vibrazioni in uno spazio, volto a darci l'impressione di suonare dentro gli strumenti stessi”. In questo modo la musica - linguaggio del cuore e dell'anima - si libera dalle convenzioni, dalle geografie e dalle epoche per unire tutta l'umanità, attraverso strumenti come Stradella, Monteverdi, Cavalli, Orlando Gibbons e Barbara Strozzi, accompagnati da musicisti contemporanei come lo stesso Alarcón, Simon Diaz, gli Abba e i canti popolari bulgari. © François Hudry/Qobuz  

Sonya Yoncheva - Abba Like an Angel Passing Through My Room

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