Un disco di danza barocca molto raffinato dalla mano di Savall e Le Concert des Nations...

Erano i tempi in cui la Francia era considerata il modello europeo in materia d’arte e di cultura. Questo simbolo di raffinatezza e sofisticazione è qui brillantemente rappresentato da Le Concert des Nations diretto da Jordi Savall in un accordo franco-tedesco da sogno, che unisce le musiche di Jean-Ferry Rebel e Georg Philipp Telemann, i quali si esprimono in un linguaggio musicale sovranazionale che crea una sorta di apoteosi della danza barocca.


Savall restituisce appieno i fasti spensierati del regno di Luigi XV con queste suite di balletti rococò, in cui non è difficile immaginare passi di danza vertiginosi, come quelli conservatici dalla pittura di Watteau, Lancret o Hallé.
L’interpretazione di Jordi Savall è allo stesso tempo opulenta, sapiente e di una raffinatezza rara. Tutto il vocabolario della danza e delle convenzioni sociali è contenuto in queste partiture che usano i ritmi di moda allora, minuetto, giga, rigaudon, passepied o gavotta, senza escludere talvolta una certa nostalgia ereditata dal secolo precedente, nel ricordo della fine del regno del grande Re.


È un tuffo in una società fastosa di privilegiati che vivevano in una bolla ideale, e che la Rivoluzione avrebbe poi brutalmente risvegliato alla fine di quel Secolo dei Lumi; che fu anche quello della riflessione politica e dell’emergere dell’idea di tolleranza, prima di chiudersi in un bagno di sangue da cui sarebbe nato il mondo moderno. © François Hudry/Qobuz

Le Concert Spirituel au temps de Louis XV : "Suite en Ré majeur " Georg Philipp Telemann

KARL MORE

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