L’Accademia Bizantina, che ha festeggiato i suoi 40 anni di attività proprio nel 2023, torna con un’avvincente serie di registrazioni dei “Concerti Grossi, Op.6″ di Arcangelo Corelli, suddivise in quattro EP e un cofanetto uscito pochi giorni fa, accompagnate da un “visual album” diviso in cinque capitoli di grande bellezza. Una testimonianza dell’importante percorso artistico ed estetico dell’ensemble di Ravenna.

Nel nostro caso si tratta di un progetto nato a tavolino. Solo che il tavolino era quello di un bar”: basterebbe questo piccolo passaggio nella sezione “Chi Siamo” dell’Accademia Bizantina per capire l’unicità e lo spirito di un ensemble davvero straordinario – in primis nel senso etimologico dell’aggettivo. Nati nel 1982, appunto di fronte ad un caffè, da una chiacchierata tra due giovani violisti e un pianista (Angelo Nicastro, Luciano Bertoni, Romano Valentini), generano una scintilla che inizia subito ad attirare i migliori strumentisti del Conservatorio di Ravenna. In meno di due anni viene formalizzata l’associazione Accademia Bizantina: arrivano i primi concerti a pieno organico, arrivano i primi successi e riconoscimenti.

A. Corelli - Concerto Grosso Op. 6 No. 3 in C minor: III. Grave / Visual Album: EP 1

Accademia Bizantina

È verso la fine degli anni ‘80 che arriva un twist davvero interessante: il progressivo innamoramento verso una direzione specifica, quello della musica barocca. Inizialmente è Mauro Valli, primo violoncello dell’orchestra a portare questo impulso, coronato dall’incisione di un ampio spettro di materiale composto da Arcangelo Corelli sotto la direzione di Carlo Chiarappa. Un lavoro monumentale – ed un omaggio “territoriale”, visto che Corelli non solo è uno dei principali compositori barocchi del ‘600 ma è anche romagnolo – e già di suo molto significativo, come livello d’esecuzione. In una sua parte, precisamente l’Op. 3, viene invitato come ospite un clavicembalista: Ottavio Dantone. Un colpo di fulmine. In un amen Dantone diviene parte dell’orchestra e, successivamente, inizia ad esserne il vero e proprio primo motore. Nel 1996 diviene ufficialmente direttore artistico dell’Accademia Bizantina.

A. Corelli - Concerto Grosso Op. 6 No. 12 in F major: III. Adagio / Visual Album: EP 2

Accademia Bizantina

Non è solo questione di titoli e cariche. L’approccio portato da Dantone, e abbracciato con convinzione da tutti i maestri che collaborano stabilmente o occasionalmente con l’Accademia, è veramente particolare: grazie ad una conoscenza della filologia barocca a livelli eccelsi, riesce a reinterpretare le partiture di quel periodo storico riportando alla superficie lo spirito originario. La sua è cioè una lettura non museale e didascalica, ma profondamente viva e pulsante: la conoscenza, allenata e rafforzata con uno studio che è ancora oggi quotidiano, serve infatti non (solo) ad uno sfoggio di perfezione formale ma anche e soprattutto a dare “vita” e senso di contemporaneità ad una musica che, di suo, è davvero uno scrigno di idee e di incastri.

A. Corelli - Concerto Grosso Op. 6 - No. 10 in C Major: II. Allemanda / Visual Album: EP 3

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Quanto questo approccio sia unico, particolare ed appassionante lo dimostra la longevità e il prestigio dell’esperienza, arrivata in pienissima forma al 2023. In una serie di cerchi che si chiudono, l’ultima uscita più importante a livello discografico – nella serie Concerti grossi – riguarda proprio Arcangelo Corelli. Con Dantone a dare la direzione e un solista eccezionale come il violinista Alessandro Tampieri, “…questo secondo volume dei Concerti Grossi di Accademia Bizantina stupisce anche a livello visivo, dove alcuni estratti sono diventati dei percorsi visuali dove l’incontro, lo scontro e la tensione emotiva ci hanno portati in una storia dove il passato, presente e futuro perdono la loro collocazione”: con queste parole l’Accademia accompagna questa operazione.

A. Corelli - Concerto Grosso Op. 6 - No. 11 in B-flat Major: II. Allemanda / Visual Album: EP 4

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Ricorre insomma il caposaldo concettuale (tanto etico, quanto stilistico) del tempo che si fa una entità “viva”: un pretesto per trovare nuove chiavi di interpretazione e riattualizzazione, piuttosto che una pigra presa d’atto museale. È con questo approccio che l’Accademia Bizantina negli anni è stata accolta da label come Decca, Harmonia Mundi, Deutsche Grammophon, Naïve ed altre ancora, in un cursus honorum che pochi possono vantare, o ha attirato conduttori d’orchestra come Riccardo Muti, Luciano Berio o Stefano Montanari, così come solisti del livello di Viktoria Mullova o Giuliano Carmignola.

A. Corelli - Concerto Grosso Op. 6 No. 4 in D Major, I. Adagio - Allegro / Visual Album: 5

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Il successo più grande però forse è proprio l’incredibile popolarità guadagnata negli anni presso un pubblico trasversale, in primis quello dedito all’ascolto “liquido”, digitale. Anche questa è una sfida lanciata al tempo: una musica composta quasi sempre secoli fa si trova improvvisamente benissimo anche a circolare attraverso le più moderne forme di distribuzione discografica, catturando così anche un pubblico nuovo, apparentemente lontano dai protocolli della musica barocca e classica tout court. C’è chi prova a raggiungere questa obiettivo rinunciando a un po’ di rigore e con interpretazioni più “facili”, ma non è di sicuro questo il caso dell’Accademia Bizantina. Per essere una “…idea nata sul tavolino di un bar”, non è male. Non è per nulla male.