Rhiannon Giddens, una nuova lezione di storia?

Per molto tempo Rhiannon Giddens è stata la nostra insegnante di storia afroamericana preferita. Prima con i Carolina Chocolate Drops, poi sia da sola che nell’ambito di svariate collaborazioni, ha esplorato e svelato in musica la storia della comunità nera americana, dalla schiavitù alla lotta per i diritti civili fino ai giorni nostri. Originaria del North Carolina, Rhiannon Giddens è una figlia del Sud. Ha iniziato studiando opera al conservatorio, prima di esplorare le sue radici folk più profonde con i Carolina Chocolate Drops. Tra il 2005 e il 2012, questo trio ha fatto rifiorire una serie di vecchie tradizioni musicali e rivendicato l’importanza della comunità nera nella concezione dell’americana. È grazie a loro che un vasto pubblico ha imparato che il banjo è uno strumento di origine africana, suonato dai neri prima di diventare un emblema della musica country bianca. Rhiannon Giddens ha radici irlandesi, afroamericane e cherokee. Ha un cuore universale e una voce da soprano. Incarna la ricchezza e la complessità delle culture miste e riesce a varcare i confini della musica americana.

Nel 2009, si è staccata dai Carolina Chocolate Drops per registrare un mini-album di folk pre-americano, attingendo alla musica celtica, con il duo Elftones. In pratica, un’anticipazione della sua eclettica carriera solista, che avrebbe spaziato tra culture ed epoche diverse. Il suo album di debutto del 2015, prodotto da T Bone Burnett, è stato un progetto audace: una selezione di cover di spessore (da Dolly Parton a Nina Simone, passando per le più oscure ma imprescindibili Geeshie Wiley e Jean Ritchie), intitolando l’album Tomorrow is my turn in omaggio a Nina Simone. E Rhiannon Giddens ha avuto ragione. Continua a registrare folk americano, volando verso altre terre assieme al marito, il musicista italiano Francesco Turrisi. Con base a Dublino, i due aggiungono influenze nordafricane e italiane al loro già ricco mix. Vera world music a 360°.

In pochi anni, la cantante con il suo banjo antico e i suoi abiti di flanella è diventata una star del folk, scrivendo libri, opere, cantando alla Casa Bianca durante il periodo Obama, recitando nella serie Nashville, moltiplicando i progetti musicali e collezionando Grammy. La sua opera Omar gli è valsa recentemente il Premio Pulitzer per la musica. Dopo tutto questo, cosa le rimaneva da dimostrare? Con You’re The One, il suo nuovo album, ha creato della feel good music in cui non ha bisogno di dimostrare nulla, divertendosi a cantare un soul sensuale e un folk ballabile. Ed è così che la nostra insegnante di storia preferita è diventata una delle nostre cantanti preferite.

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