“Eccellenti prestazioni: un sistema dalla grande accuratezza...”

Fra le tante superfetazioni che l’alta fedeltà ha generato nel corso della sua storia, ci sono dei marchi che sin dalla loro nascita non si sono piegati alla logica del reiterare schemi e materiali già noti. Uno di questi è certamente KEF, acronimo di ‘Kent Engineering and Foundry’, nato nel 1961 in quel di Tovil, nel distretto di Maidstone, per volontà di Raymond Cooke. Questi era un ingegnere elettrico sicuramente non a digiuno di elettroacustica, visto che si era formato alla BBC e aveva lavorato per Gilbert Briggs della Wharfedale nel corso di un quinquennio. Possiamo dire che una delle principali ragioni per cui aveva deciso di mettersi in proprio era quella di abbandonare la carta, materiale all’epoca usato per le membrane degli altoparlanti, per dirigersi verso i polimeri, meglio conosciuti come plastica, che proprio in quel periodo iniziarono a diffondersi massivamente.

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I PRIMI MODELLI

Dal cilindro magico di Cooke venne così fuori il primo modello KEF, il monitor K1, un sistema a tre vie alto circa un metro, proprio come il protagonista della nostra prova, equipaggiato da un woofer davvero poco convenzionale, dotato di un diaframma rettangolare piatto in polistirene con rivestimento in alluminio. Il midrange aveva lo stesso tipo di membrana (ma era di forma ellittica), mentre il tweeter aveva una cupola in Melinex, un film in poliestere conosciuto per la sua stabilità chimica ed elevata resistenza alla trazione. Una strada era stata tracciata: al K1 seguì una serie di altri modelli, come il Celeste, diffusore da scaffale a due vie noto per il suo woofer ‘Racetrack’ B139, e ancora il Chorale, il Coda, il leggendario 104aB, primo a fregiarsi della dicitura ‘Reference’ nel nome, il formidabile 105.2 e tanti altri.


VECCHI RICORDI...

La KEF viene anche ricordata per il suo famoso medio-basso con membrana in Bextrene B110 utilizzato nei mitici monitor BBC LS3/5A. Ma il modello che più di ogni altro fu destinato a connotare tecnologicamente il marchio inglese fu il C35, un monitor di dimensioni contenute equipaggiato da un altoparlante che fece parlare molto di sé: l’Uni-Q. Si trattava di un coassiale a due vie, cioè con il tweeter posizionato in maniera concentrica al medio-basso, che aveva i pregi di una dispersione uniforme e di una valida coerenza temporale tra i due altoparlanti. Il relativamente modesto C35 fu quindi il primo diffusore KEF a utilizzare l’Uni-Q, una tecnologia costantemente evolutasi nel tempo e che oggi ritroviamo anche nelle nostre Q750.

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UNA TORRE DALLA SOBRIA ELEGANZA

Dopo aver ascoltato a lungo le Q750 con le più diverse amplificazioni, non mi sorprende il fatto che la serie di cui fanno parte sia risultata vincitrice del premio EISA 2018-2019 nella categoria ‘Diffusori per Home Theatre’. Parliamo della Q, gamma d’ingresso della tipologia ‘HiFi’, formata da otto modelli e preceduta dalla mirabolante ammiraglia Muon, la Blade, le gamme The Reference e R. La sua abbordabilità economica non deve però trarre in inganno circa il livello prestazionale, che nel corso della prova è risultato molto elevato. Dopo di lei, nell’attuale produzione KEF seguono il modello LS50 Meta e la ‘T’ Series, quest’ultima concepita per abbinarsi ai moderni televisori dallo schermo piatto. Modello intermedio tra i diffusori da pavimento, posizionata tra il Q 950 e il Q550, la Q750 si presenta come un classico parallelepipedo dalle forme squadrate, disponibile nelle colorazioni nera, bianca e noce. L’aspetto è quello di una torre snella dalla sobria eleganza, con un’ottima finitura vinilica antigraffio a effetto spazzolato. Sul frontale troviamo in alto una targhetta a sbalzo con il logo del marchio, un altoparlante Uni-Q, un woofer e due radiatori passivi dello stesso diametro. Sul retro c’è una piccola vaschetta portacontatti munita di due soli connettori, possibile quindi soltanto il mono-wiring.

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IL CELEBRE UNI-Q

Inutile dire che al centro della mia attenzione c’è stato all’inizio proprio il celebre Uni-Q, il coassiale iconico del marchio che mette insieme un mid-woofer in alluminio da 165 mm e un tweeter con cupola ventilata da 25 mm del medesimo materiale, incrociati a 2500 Hz. Un esploso presente sul sito ufficiale ne evidenzia la complessità costruttiva, una ricchezza di particolari tale da richiedere un articolo a parte per parlarne compiutamente. Il tweeter, per esempio, ha una camera di decompressione posteriore che riduce di molto le distorsioni e sposta il primo fenomeno di Break-Up ben al di là della gamma udibile dall’orecchio umano. Altro particolare è la guida d’onda frontale ‘Tangerine’ (così detta perché crea l’effetto visivo degli spicchi di un mandarino) utile ad ampliare e regolarizzare la dispersione angolare, oltre che proteggere da danneggiamenti la delicata membrana metallica. Il particolare tipo di sospensione brevettata che implementa, la Z-Flex, ha l’effetto di massimizzare la linearità di dispersione angolare.

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Ma ciò che più deve interessare l’audiofilo è il fatto che questo coassiale approssima una sorgente puntiforme, con i relativi vantaggi in termini di coerenza temporo / spaziale dell’emissione. Ad aiutarlo ci sono tre unità dedicate alle basse frequenze: un woofer da 165 mm e due ABR (Auxiliary Bass Radiator) dello stesso diametro, sempre con membrana in alluminio, che costituiscono il Bass-Reflex meccanico. Nessun condotto e porta di sbocco quindi, per un più agevole posizionamento in ambiente. Il driver Uni-Q è caricato in sospensione pneumatica da un volume sigillato a lui dedicato (accorgimento che riduce il carico sulla parte posteriore del cono), mentre le tre unità per le basse frequenze hanno un loro vano di risonanza. La Q750 è un due vie e mezzo, dove la mezza via è rappresentata dal woofer (e i due radiatori passivi), il quale ha la funzione di completare l’estensione verso il basso.


MASCHERINA

I diffusori mi sono arrivati senza mascherina di protezione, in realtà questa è disponibile ma non compresa nella confezione, chi la vorrà dovrà quindi acquistarla a parte. Il suo posizionamento è magnetico, molto facile perché si autoallinea semplicemente avvicinandola al frontale. La casa produttrice indica la Q750 come adatta a sonorizzare ambienti di medie dimensioni, dai 15 ai 25-30 metri quadri, esattamente come la mia sala d’ascolto. Ogni diffusore è fornito con quattro punte che hanno l’effetto di scaricare a terra le vibrazioni del mobile, accoppiandolo con il pavimento.


SET UP DI DI PIETRO PER L’ASCOLTO

Ho iniziato l’ascolto delle KEF Q750 con quel rispetto che si deve a un marchio di grande prestigio, uno di quelli che ha certamente fatto la storia dell’alta fedeltà. Le ho pilotate con quasi tutte le amplificazioni che posseggo, e sono parecchie, ma mi sono fermato a una soluzione monomarca in transito nella mia sala d’ascolto per una recensione, parlo dei MicroSound XSP 11 e MSA 11, pre e finale, i quali hanno consentito alle KEF di esprimere al meglio le loro grandi qualità di dettaglio e dinamica. Non lo nascondo, nei primi brani ho concentrato gran parte della mia capacità d’attenzione su quell’autentico capolavoro di elettroacustica che è l’Uni-Q, salvo poi accorgermi che altrettanto meritevoli di considerazione sono il woofer e i due radiatori passivi...

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UN CD ADATTO A EVIDENZIARE TUTTE LE QUALITA’...

Anzi, inizio proprio con un CD adatto a evidenziarne le qualità: César Franck: Organ Works (CD LAWO Classics). Le note di pedale provenienti dall’organo Kuhn della chiesa di Uranienborg sono un po’ alleggerite nel corpo (non si può pretendere un’estensione da urlo da una torre snella alta meno di un metro come le Q750) ma timbricamente sane e molto ben controllate. Le rimanenti note sono ampiamente positive, dalla larghezza e profondità della scena ai piani sonori meticolosamente ricostruiti, dalla magnifica ambienza da grande chiesa al luminescente nitore dei registri medi. L’altro CD, Drum degli Attwenger (CD Trikont-Our own Voice), invita piuttosto alla valutazione del cosiddetto ‘punch’. La cassa della batteria e il sintetizzatore di Markus Binder sono compatti, hanno la giusta energia e spiccano per l’egregio controllo, velocità e articolazione. Le medesime impressioni ricevo dal grande Jaco Pastorius in The Essential Jaco Pastorius (CD Epic Records) la precisione dei fulminei passaggi, il velocissimo slapping sono restituiti con un’immediatezza e precisione insospettabili per un diffusore di fascia economica. Ma, evidentemente, c’è entry level ed entry level. Queste due inglesine esprimono un medio-basso e basso come raramente mi era capitato di sentire: frenato, veloce e dall’asciuttezza che lascia presagire la grande opera di contenimento delle risonanze messa in atto dall’azienda.

Colorazioni? Nemmeno a parlarne. Dal canto suo, in questa mia analisi per settori, l’Uni-Q ha una precisione di riproduzione degna di un trasduttore elettrostatico. Eccelle nelle voci, negli strumenti e in qualsiasi cosa capiti nel registro medio, accompagnato da un tweeter singolarmente temperato, pulito è non invadente nella sua emissione. Nella riproduzione del pianoforte, album dedicato a Handel: Suites For Piano con Dina Ugorskaja (CD BR Klassik), il suono ha quel netto sapore metallico della corda tesa che vibra sul telaio e poi sollecita il corteo sonoro della tavola armonica. Il tocco della pianista è scintillante, di stampo quasi cembalistico, e soprattutto pulito, privo di qualsiasi indesiderata aggiunta che possa mascherare la purezza del timbro originale. Nel vinile di Gerry Mulligan, The Concert Jazz Band (LP Matchball Records) il sax ha una presenza straordinaria, i contorni degli strumenti sono estremamente nitidi e ricchi di dettaglio, elettronica permettendo, dotati di quello scatto dinamico che avvicina a una prestazione dal vivo. Non meno lodevole è la scena, che va oltre quanto è lecito aspettarsi da una torre snella di dimensioni abbastanza contenute come la Q750. Ottima anche la sensazione di apertura, di libertà spaziale delle sorgenti, i lobi polari di emissione particolarmente regolari mettono al riparo da ingolamenti o scatolarità del suono.

SPECIFICHE TECNICHE

Tipologia: Bass-Reflex a due vie e mezzo
Altoparlanti: Uni-Q in alluminio da 165 mm - Cupola in alluminio ventilata da 25 mm - 1 Woofer 165 mm alluminio - 2 ABR in alluminio da 165mm
Risposta in frequenza in campo libero: 42 Hz - 50 kHz (-6 dB) / 48 Hz - 28 kHz (+/-3dB)
Frequenza di crossover: 2,5 kHz
Amplificazione consigliata: 15-150 Watt
Sensibilità: 88 dB/2,83V/1m
Livello d'uscita massimo: 111dB
Impedenza: 8 W (minima 3,8)
Peso: 16,5 Kg cadauna
Dimensioni (Alt x Larg x Prof): 923x210x306 mm (con piedini di gomma: 977x323x310 mm)
Colore: Black/White/Walnut
Prezzo: 1.398 €
Distribuite da: HIFIGHT SRL - Via Fermi 20/2 35030 Rubano (PD) - web: www.hifight.it


CONCLUSIONI

Non ho alcun dubbio: alla luce delle eccellenti prestazioni soniche, della qualità dei materiali e delle finiture, il rapporto qualità prezzo delle KEF Q750 si pone su un livello molto alto, difficilmente superabile direi. Il bello di possedere un oggetto prodotto da un’azienda gloriosa come questa, dotata di un retroterra raro se non unico, è quello di avere, anche in un modello relativamente economico come questo, una straordinaria qualità in tutti i parametri di valutazione. Nella prova d’ascolto è emerso un sistema dalla grande accuratezza, in cui ogni particolare è mirato alla valorizzazione della bontà dei trasduttori. La mia disamina per ambito di frequenza non deve sviare il lettore dall’impressione di coerenza che si riceve, che è assoluta e tale da non portare all’individuazione di scalini tra un trasduttore e l’altro.

Alfredo Di Pietro / Collaboratore Audiophile sound