Charles Aznavour ci ha appena lasciato all'età di 94 anni. E' venuto a mancare sul suo letto, eppure sarebbe stato logico che una vita vissuta interamente per lo spettacolo terminasse sul palcoscenico. La vita di Charles Aznavour potrebbe riassumersi in due parole: «canzone» e «commedia». Come un artigiano appassionato, questo novantaquattrenne di belle speranze ha dato tutto sé stesso allo spettacolo. Così tanto e così bene da aver fatto di questo tema una dei pilastri del suo lavoro.

Charles Aznavour ha sempre frequentato il mondo dello spettacolo. Quando nasce, nel 1924, i suoi genitori sono artisti armeni appena arrivati a Parigi. Il padre è un baritono e la madre un’attrice, ma per guadagnarsi da vivere aprono un ristorane in rue Champollion, poi un bar in rue du Cardinal Lemoine. Parecchi artisti – fra cui musicisti zigani – frequentano regolarmente questi locali. Di fronte al bar si trova una scuola per piccoli artisti, dove il piccolo Charles, incoraggiato dai genitori, inizia a esibirsi a 9 anni. Diventa ballerino e attore. Da adolescente, si mette a cantare, perché è troppo vecchio per interpretare i ruoli da bambino e troppo giovane per interpretare Le Cid. «In questo mestiere non si sono specializzazioni. Molti attori cantano e molti cantanti vogliono recitare», affermerà parecchi anni più tardi. In parallelo a questa solida formazione, impara a suonare il piano guardando la sorella che studia tutti i giorni. E questo gli permetterà, in seguito, di comporre canzoni, spessissimo al pianoforte e poi, negli anni ’70, su tastiere elettroniche e drum machine.

Nel 1941, a 17 anni, incontra il musicista Pierre Roche, con cui per un anno mette in scena dei duetti, per formare poi un vero e proprio duo: Roche e Aznavour. Iniziano cantando Charles Trénet, e intanto creano, un po’ alla volta, il proprio repertorio. La Liberazione permette loro di moltiplicare gli ingaggi, visto che all’epoca è tutto un aprire nuovi locali. Nel 1948 partono alla conquista del Québec. Dopo aver calcato i palchi dei cabaret di Montréal, Pierre Roche si stabilisce definitivamente oltre Atlantico, mentre Charles Aznavour torna a Parigi e inizia a lavorare per Edith Piaf come factotum. Più tardi, dirà di sentirsi troppo parigino per vivere in America a lungo. «Non c’è nessuno più parigino di certi figli di emigranti», aggiungerà. Nella prima metà degli anni ’50, scrive sempre più spesso canzoni per altri (Gilbert Bécaud, Jacqueline François, Edith Piaf…), oltre che per lui stesso. È verso il 1956 che la sua notorietà preme sul pedale dell’acceleratore, nonostante parecchie critiche sulla sua voce, che alcuni trovano troppo «roca», e diventa una vera star nel 1961 grazie a successi come Je m’voyais déjà o Tu t’laisses aller.