Nel 1980, per eseguire una colonna sonora, Ennio Morricone riunì alcuni dei nomi di punta della musica sincopata tricolore, e così tornare alle sue radici jazz. Stupisce che l’occasione arrivi con una pellicola che all’epoca poteva forse apparire di “routine”: un poliziesco.

 “Fu soltanto quando mi avvicinai al piano e vidi gli spartiti sul leggio che iniziai a capire. I pezzi erano soprattutto in 5/4 – il tempo reso celebre dalla famosa “Take Five” di Paul Desmond e Dave Brubeck – e le armonie erano jazz.” – Così, Enrico Pieranunzi, pianista e collaboratore di Ennio Morricone, ricorda il suo primo impatto con le musiche de Il Bandito Dagli Occhi Azzurri, a quarant’anni di distanza dall’uscita del film nelle sale. Pieranunzi era reduce da un intenso periodo di session con alcuni dei più grandi colossi del jazz statunitense, tra cui Chet Baker. Uno potrebbe pensare che il pianista romano fosse a suo agio con il genere, ma certo non era ciò che si poteva aspettare di leggere su uno spartito firmato dal Maestro Morricone. Compositore metodico, che non lasciava nulla al caso - figurarsi all’improvvisazione - nel 1980 Morricone aveva da tempo lasciato alle spalle quella libertà in presa diretta che aveva reso il suo Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza una fucina di talenti di musica d'avanguardia italiana (con lui Egisto Macchi, Franco Evangelisti e, all’occasione, anche Bruno Battisti D’Amario tra gli altri) per abbracciare una scrittura cinematica che gli era valsa lo scettro del genere delle colonne sonore. Eppure nel 1980 Morricone riunisce alcuni dei nomi di punta della musica sincopata tricolore - Enrico Pieranunzi al piano, Roberto Gatto alla batteria, e Riccardo Del Fra al contrabbasso - per tornare a casa, alle sue radici jazz. Stupisce che l’occasione arrivi con una pellicola che all’epoca poteva forse apparire di “routine”: un poliziesco. Il Bandito dagli Occhi Azzurri, per la regia di Alfredo Giannetti, è però il perfetto palcoscenico per il Morricone segreto jazz. Le sordide strade di Genova in cui si svolgono le vicende alla Dr. Jekyll e Mr. Hyde del bandito (Franco Nero) offrono un ritmo sincopato che trova nelle musiche in 5/4 di Morricone lo scenario ideale. Sebbene uscito nella fase ultima e calante del poliziesco all’italiana, Il Bandito dagli Occhi Azzurri ha saputo diventare un film culto del genere, non solo grazie alla perfromance di un iconico Franco Nero ma anche per il contributo fondamentale della colonna sonora del Maestro Morricone. Ecco perché l’attesa versione rimasterizzata sia in digitale che in vinile e CD digipak dell’album a cura di CAM Sugar - terzo capitolo della serie Morricone Segreto - rappresenta un momento tanto atteso dai collezionisti, quanto un’occasione unica per (ri)scoprire un lato a lungo dimenticato di Ennio Morricone.  

Ennio Morricone - Città viva #MorriconeSegreto

CAM Sugar

  L’ariosità dei mood - capaci di spaziare dal jazz in tensione, uptempo e metropolitano di Città Viva a momenti intimi e drammatici (Per Dalila) e, addirittura, di amalgamarsi in una stessa traccia (Esecuzione Radiofonica) - restituisce al tipico sound poliziesco la complessa eleganza del jazz. Addirittura, si potrebbe sostenere che con Il Bandito dagli Occhi Azzurri, Morricone allevi la violenza della pellicola, elevando la trama tipica del B-movie su un piano altro, quasi proprio della musica colta. Un clash di stili decisamente innovativo per i tempi e che, anzi non ha perso la sua potenza a distanza di decenni dall’uscita del film nelle sale. Il calore ritrovato dell’improvvisazione jazz che ruota attorno alle brillanti intuizioni dei musicisti in studio (Double Face, Madre Assente) porta, addirittura, Morricone a dedicare ai suoi solisti una delle tracce più marcatamente jazz dell’album: Per Enrico, Riccardo e Roberto; ribadendo la tendenza del Maestro nel dedicare composizioni a colleghi, registi e personaggi dei film. Il Bandito dagli Occhi Azzurri mette in luce, dunque, l'identità della musica jazz come genere cinematico per eccellenza. L’album pone, dunque, questo lavoro di Morricone in linea con la lezione del Miles Davis di Ascenseur pour l'échafaud e del Piero Umiliani dell'Audace Colpo dei Soliti Ignoti, ma altresì porta avanti la legacy dell'improvvisazione nel cinema offrendo un esemplare unico di poliziesco jazz.

ASCOLTA “IL BANDITO DAGLI OCCHI AZZURRI” DI ENNIO MORRICONE SU QOBUZ

Per seguire tutto quello che succede su Qobuz, seguiteci su Facebook!