Wilco

Dopo un primo opus abbastanza magico di country alternativa pieno zeppo di energia (A.M.) ma concepito al momento della separazione turbolenta dal suo gruppo Uncle Tupelo, Jeff Tweedy questa volta se la prende comoda per generare il secondo album di Wilco. Già, l’opera è ambiziosa perché doppia. Un formato che, per via di affinità musicali, farà scrivere a non pochi giornalisti al momento dell’uscita del disco nell’ottobre del 1996 che Tweedy firma qui il suo Exile On Main Street. Come per il capolavoro dei Rolling Stones, l’eclettismo si esprime attraverso il rock’n’roll basic, la bluegrass, la country rock, lo psichedelismo, la folk e la soul madida. Con le chitarre in tutta libertà, della pedal steel, degli ottoni e tutto un insieme smisurato di strumenti, il Wilco di Being There tesse un’impressionante tela tra gli Stones nel periodo del loro massimo splendore, i Replacements, i Beatles e i Big Star dell’album Third. Alternando ballate e tormente elettriche, Tweedy mostra soprattutto che partendo da una base abbastanza classica e atemporale, si aggiudica la posta in gioco con le sue canzoni grandiose e le sue composizioni dall’architettura stupefacente…Questa Edizione Deluxe rimasterizzata propone, oltre all’album originale, quindici bonus inediti che includono in particolare versioni alternative di I Got You e Say You Miss Me e un live registrato il 12 novembre 1996 al Troubadour di Los Angeles e una sessione per la stazione radio KCRW di Santa Monica captata il giorno seguente. © MZ/Qobuz

Il più pop, il più country, il più rock, il più sperimentale, il più folk, il più… Dal 1994, i Wilco hanno registrato album di tutti i tipi, ma senza mai perdere la loro anima, e dunque il gruppo di Jeff Tweedy è riuscito a costruirsi un seguito di fan impressionante, che lo segue qualunque cosa accada. Soprattutto, la band è riuscita a trovare uno stile particolare che mette insieme nostalgia, tristezza, ironia, e una buona dose di passione per la storia del rock’n’roll e del folk. Come une versione fuori tempo di un certo rock classico. E durante gli aperitivi tra i geek del rock indy c’è sempre il «momento Wilco», partita di catch all’ultimo sangue tra aficionados del beat e i suoi altrettanto appassionati detrattori…Primo album della formazione di Chicago dopo Schmilco (2016), e dunque dopo la scappatella da solista di Tweedy (Warm, del 2018), ma anche dopo la pubblicazione delle sue appassionanti memorie (Let’s Go (So We Can Get Back)), questo Inno alla gioia risente parecchio dell’impronta del padrone di casa. Si può forse pensare a Sky Blue Sky, ma filtrato dalla sua storia personale, e i lettori del suo libro lo interpreteranno di certo con più acume. Soprattutto acustico, ritmicamente classico e cantato alla maniera della confessione più nazionalpopolare, il disco strizza l’occhio ai fan di Wilco senza uscire dai binari. L’ipnotico crescere di potenza di Quiet Amplifier è Wilco al 100 % e in We Were Lucky Nels Cline fa sentire il suo tocco personale di chitarrista noise, tanto per ricordarci che lui rimane sempre il nume tutelare di tutta la faccenda. Tuttavia sul piano melodico (senza paragoni One and a Half Stars), Ode to Joy vince a mani basse sui due album precedenti, Star Wars et Schmilco, e fa uscire questa band cinquantenne da una zona anonima di apatia dovuta causata dall’età e dai 25 anni di carriera. Un buon vino invecchia col tempo, si dice... © Marc Zisman/Qobuz

Nei primi anni ʽ80, Green On Red, formazione scampata alla scena Paisley Underground, riattiva la musica country più ribelle. Sulla stessa scia, alcuni anni dopo, altri gruppi di indie rock americani si divertono a ravvivare la fiamma di questo genere musicale allora appestato. Con il filtro del tempo e con un’estetica pù lo-fi, questa country alternativa unisce la tradizone del Gram Parsons dei Flying Burrito Brothers, di Neil Young, dei Byrds del periodo Sweetheart Of The Rodeo e dei Rolling Stones di Exile On Main Street. Condotto da Jay Farrar e Jeff Tweedy, Uncle Tupelo si afferma come uno dei rappresentanti più dotati di questa corrente. Ma il binomio litiga e Farrar se ne va per fondare Son Volt, mentre Tweedy comincia la sua avventura Wilco. ConA.M., il primo album brillante del suo nuovo combo che fa la sua apparizione nel marzo del 1995, il songwriter dell’Illinois dà conferma del suo talento nell’arte di fondere tutte queste influenze tradizionali di un tempo dando loro sonorità nettamente più immediate e contemporanee. In particolare, Jeff Tweedy possiede una capacità di scrittura dotata di una potenza incredibile. Per questo, la forza di composizioni come I Must Be High, Casino Queen, Box Full Of Letters o Passenger Side fa dimenticare in fretta le pesanti influenze (Stones, Parsons, Young…) e evidenzia il suo talento. Questa Deluxe Edition rimasterizzata propone, oltre all’album originale, otto bonus inediti come una prima versione di Outtasite (Outta Mind) e di When You Find Trouble, ultima egistrazione in studio di Uncle Tupelo. © MZ/Qobuz