Plastic Breath

Il nuovo Jazz non è che il Jazz di una volta. Non c’è nulla di veramente nuovo in esso, se non un messaggio che prima d’ora non avrebbe potuto essere formulato. E questo messaggio è la verità. Racconta la sofferenza di un popolo. Parla dell’emancipazione, della distruzione dei ghetti, del fascismo.

Da Napoli una carrellata di artisti dalla forte tradizione popolare. NCCP, Musicanova, Eugenio Bennato, Teresa De Sio, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Corrado Rustici, Osanna, Napoli Centrale, James Senese fino all’immenso Pino Daniele. Ed è solo una prima parte.

Molto più di un semplice festival: per la sua storia, per le sue particolarissime origini, per il suo legame col territorio e, soprattutto, per la magnifica cocciutaggine di chi l’ha fondato e poi portato avanti fino a farla diventare un’eccellenza mondiale. Da un paesino nell’entroterra settentrionale della Sardegna al mondo. Time In Jazz è un calabrone: il festival che non potrebbe volare, ma non lo sa.