Orc

Approfondimenti

The Bay Area è sempre stata un passo avanti in fatto di controcultura musicale – la scena locale di fine anni Sessanta, con Grateful Dead, Jefferson Airplane, Flamin’ Groovies, Chocolate Watch Band e simili, regala ancora oggi grandi emozioni – e tutti i suoi eredi in fasce propongono una varietà sonora alquanto vasta, molto meno monolitica di quel che sembri… Da una ventina d’anni, al vertice della piramide di questi figli spirituali troneggiano i Thee Oh Sees, dei pazzoidi a cui è venuta la brillante idea di unire l'epilessia dei Cramps alla freschezza giocosa dei B-52’s. Degli allegri terroristi di San Francisco che si approcciano alla loro arte con una filosofia adeguatamente lo-fi. Guidato dal loro carismatico leader John Dwyer, il gruppo dà un concerto dietro l'altro e sforna album come fossero filoni di pane (siamo oltre i venti). Ama inoltre collezionare nomi: Thee Oh Sees, ma anche The Oh Sees, OCS, Orinoka Crash Suite, Orange County Sound e, da oggi, semplicemente Oh Sees! Che importa la nomenclatura, basta che la formula contenga la giusta dose di decibel e di chitarre! In quanto a questo, Orc, in parte prodotto da Ty Segall, porta a termine la sua missione. Tsunami sonoro, riff assassini, fuzzbox e larsen a profusione, ma non solo... In genere, band come gli Oh Sees tendono a fare razzia dal vivo e a deludere su disco. In questo caso, però, bisogna constatare che Dwyer si è impegnato più del solito. Certe sequenze si allontanano addirittura dal garage puro e duro per lambire qualche territorio salvifico, proprio come gli otto psichedelici minuti trasognati di Keys To The Castle, con il suo violino ipnotizzante… Insomma, un nuovo nome che suona un po' come una nuova direzione. © MD/Qobuz