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Agnes Obel|Myopia

Myopia

Agnes Obel

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Innanzitutto, va evidenziato che anche se la quarta opera di Agnes Obel si intitola Myopia, la danese di Berlino riesce a trasporre musicalmente questa disabilità visiva utilizzando diversi trattamenti acustici che riescono più o meno a centrare l’obiettivo. L’esempio più lampante è Roscian, un brano in tre quarti che impiega un pianoforte funereo. Myopia è un album che (non sempre in modo aneddotico) ritrae l’avventurosa impresa di allontanarsi dalla propria destinazione per vedere più chiaramente una realtà distante, una realtà che prima era fuori fuoco. Non è un caso, infatti, che uno dei brani si chiami Camera’s Rolling: Obel utilizza questo percorso metaforico per evidenziare organicamente l’idea di aprirsi al mondo, e di non accontentarsi sempre di un ambiente chiuso e ristretto. Per lei, lo strumento principale per questa apertura è la "sperimentazione". Myopia appare come un laboratorio stravagante ed etereo, dove il soggetto principale della sperimentazione è la voce della cantante, accompagnata da un pianoforte e da synth per lo più malinconici. Alcuni donano il loro corpo alla scienza; da parte sua, Agnes Obel ha donato la sua voce alla musica, sperimentando una pletora di effetti diversi. Come le provette di uno scienziato pazzo, il suo canto si interseca e si fonde coraggiosamente, sempre splendidamente armonico. La sua voce si snoda in diversi modi, una costante che è il cuore di canzoni che si trovano a metà strada tra Kate Bush e Scott Walker. Ha intrapreso quest’avventura da sola nel suo studio berlinese, anche se qua e là ci sono momenti in cui alcuni accordi sono eseguiti da altri musicisti. Ci sono momenti inquietanti (Drosera e i suoi accordi ripetitivi non sfigurerebbero in un film di Dario Argento), momenti leggeri (Won’t You Call Me con i suoi cori caldi e avvolgenti), quelli che evocano i tormenti dell’insonnia (Broken Sleep) o della morte (Island of Doom); le sue canzoni incantano soprattutto per la loro estrema eleganza. Con Myopia, Agnes Obel ci consegna un lucente cannocchiale con il quale possiamo vedere chiaramente la bellezza del motivo per cui lei sembra esistere: la musica... © Nicolas Magenham/Qobuz

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Myopia

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1
Camera's Rolling
00:04:43

Agnes Obel, Producer, Mixer, Percussion, Piano, Vocals, Recording Engineer, Celesta, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel, ComposerLyricist - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel - John Corban, Violin, AssociatedPerformer

℗ 2020 Strange Harvest Limited

2
Broken Sleep
00:04:55

Agnes Obel, Producer, Mixer, Keyboards, Piano, Vocals, Recording Engineer, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel, ComposerLyricist - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel - Kristina Koropecki, Cello, AssociatedPerformer - Charlotte Danhier, Cello, AssociatedPerformer - John Corban, Violin, AssociatedPerformer

℗ 2020 Strange Harvest Limited

3
Island of Doom
00:05:29

Agnes Obel, Producer, Mixer, Keyboards, Piano, Vocals, Recording Engineer, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel, ComposerLyricist - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel - Kristina Koropecki, Cello, AssociatedPerformer

℗ 2019 Strange Harvest Limited

4
Roscian
00:02:17

Agnes Obel, Composer, Producer, Mixer, Piano, Recording Engineer, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel

℗ 2020 Strange Harvest Limited

5
Myopia
00:05:16

Agnes Obel, Producer, Mixer, Keyboards, Percussion, Piano, Vocals, Recording Engineer, Computermusic Percussion, Synthesizer Programming, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel, ComposerLyricist - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel - Kristina Koropecki, Cello, AssociatedPerformer - Charlotte Danhier, Cello, AssociatedPerformer - John Corban, Violin, AssociatedPerformer

℗ 2020 Strange Harvest Limited

6
Drosera
00:02:27

Agnes Obel, Composer, Producer, Mixer, Percussion, Piano, Recording Engineer, Mellotron, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel - Kristina Koropecki, Cello, AssociatedPerformer - John Corban, Violin, AssociatedPerformer

℗ 2020 Strange Harvest Limited

7
Can't Be
00:03:26

Agnes Obel, Producer, Mixer, Keyboards, Percussion, Vocals, Recording Engineer, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel, ComposerLyricist - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel - John Corban, Violin, AssociatedPerformer

℗ 2020 Strange Harvest Limited

8
Parliament Of Owls
00:02:29

Agnes Obel, Composer, Producer, Mixer, Piano, Recording Engineer, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel - Kristina Koropecki, Cello, AssociatedPerformer - John Corban, Violin, AssociatedPerformer

℗ 2020 Strange Harvest Limited

9
Promise Keeper
00:04:29

Agnes Obel, Producer, Mixer, Piano, Vocals, Recording Engineer, Celesta, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel, ComposerLyricist - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel

℗ 2020 Strange Harvest Limited

10
Won't You Call Me
00:04:16

Agnes Obel, Producer, Mixer, Piano, Vocals, Recording Engineer, Synthesizer Programming, MainArtist, AssociatedPerformer, StudioPersonnel, ComposerLyricist - Martin Englert, Mastering Engineer, StudioPersonnel

℗ 2020 Strange Harvest Limited

Approfondimenti

Innanzitutto, va evidenziato che anche se la quarta opera di Agnes Obel si intitola Myopia, la danese di Berlino riesce a trasporre musicalmente questa disabilità visiva utilizzando diversi trattamenti acustici che riescono più o meno a centrare l’obiettivo. L’esempio più lampante è Roscian, un brano in tre quarti che impiega un pianoforte funereo. Myopia è un album che (non sempre in modo aneddotico) ritrae l’avventurosa impresa di allontanarsi dalla propria destinazione per vedere più chiaramente una realtà distante, una realtà che prima era fuori fuoco. Non è un caso, infatti, che uno dei brani si chiami Camera’s Rolling: Obel utilizza questo percorso metaforico per evidenziare organicamente l’idea di aprirsi al mondo, e di non accontentarsi sempre di un ambiente chiuso e ristretto. Per lei, lo strumento principale per questa apertura è la "sperimentazione". Myopia appare come un laboratorio stravagante ed etereo, dove il soggetto principale della sperimentazione è la voce della cantante, accompagnata da un pianoforte e da synth per lo più malinconici. Alcuni donano il loro corpo alla scienza; da parte sua, Agnes Obel ha donato la sua voce alla musica, sperimentando una pletora di effetti diversi. Come le provette di uno scienziato pazzo, il suo canto si interseca e si fonde coraggiosamente, sempre splendidamente armonico. La sua voce si snoda in diversi modi, una costante che è il cuore di canzoni che si trovano a metà strada tra Kate Bush e Scott Walker. Ha intrapreso quest’avventura da sola nel suo studio berlinese, anche se qua e là ci sono momenti in cui alcuni accordi sono eseguiti da altri musicisti. Ci sono momenti inquietanti (Drosera e i suoi accordi ripetitivi non sfigurerebbero in un film di Dario Argento), momenti leggeri (Won’t You Call Me con i suoi cori caldi e avvolgenti), quelli che evocano i tormenti dell’insonnia (Broken Sleep) o della morte (Island of Doom); le sue canzoni incantano soprattutto per la loro estrema eleganza. Con Myopia, Agnes Obel ci consegna un lucente cannocchiale con il quale possiamo vedere chiaramente la bellezza del motivo per cui lei sembra esistere: la musica... © Nicolas Magenham/Qobuz

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