Sébastien Daucé, musicologo e direttore dell’Ensemble Correspondances, si è impegnato in una vasta ricostruzione di Psiche, una delle prime opere composte in Inghilterra sul modello francese dell’omonima tragedia-balletto di Molière, Quinault, Corneille e Lully, commissionata da Luigi XIV per lo splendore di Versailles. Suo cugino di primo grado Carlo II, Re d’Inghilterra, non volle essere da meno e tentò con successo di eguagliare lo splendore artistico del suo regale familiare, il cui sontuoso spettacolo aveva riunito centinaia di artisti a costi sbalorditivi per il solo piacere di pochi privilegiati. Scritta da due compositori, Matthew Locke e Giovanni Battista Draghi, l’opera è giunta a noi in forma frammentaria, come spesso accade con le opere di questo periodo. Solo una parte della musica di Locke è giunta fino a noi, e ci sono volute tutte le conoscenze e l’immaginazione di Sébastien Daucé per ricostituire le musiche di Draghi a partire da quelle strumentali di questo compositore italiano.
Locke: Psyche [teaser] | Ensemble Correspondances, Sébastien Daucé
harmonia mundi musicQuesta scelta giudiziosa rimane, tuttavia, teorica e costituisce una sorta di “pasticcio” molto vicino a quello che poteva essere realizzato nel periodo barocco, quando la nozione di opera originale era sconosciuta. Il risultato di questa ricostruzione basata sulle musiche del teatro inglese dell’epoca è splendido, grazie ad un cast molto ricco di cantanti, tutti esperti in questo repertorio, e alla costante presenza di un’orchestra caratterizzata da una grande varietà di timbri, che combina archi, fiati, ottoni, un continuo abbondante e diverse percussioni. “È una musica strana, che costituisce un nuovo linguaggio per noi, pur possedendo tutte le caratteristiche del balletto di corte”, spiega Daucé, che dirige l’opera con mano ferma e gioiosa. © François Hudry/Qobuz
