Con il suo nuovo album, "12", il grande musicista giapponese pubblica un bellissimo saggio introspettivo. Uno straordinario arazzo di tastiere, pianoforti elettrici e acustici, che mescola ambient e classica...

Il destino ha voluto che Ryuichi Sakamoto pubblicasse il suo nuovo album, 12, tre giorni dopo la morte di Yukihiro Takahashi, batterista e cantante della Yellow Magic Orchestra, il gruppo pop che lanciò la sua carriera tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80. Dal 2014 Sakamoto ha intrapreso una battaglia contro il cancro. Questo aspetto della sua vita è inevitabilmente presente in tutti i brani di 12. A cinque anni da async, la sua ultima opera in studio da solista uscita nel 2017, Ryuichi Sakamoto purifica il suo approccio musicale puntando all'essenziale. Il titolo dell’album si riferisce a dodici temi che lo compongono, registrati tra il 10 marzo 2021 e il 4 aprile 2022.  

Ryuichi Sakamoto - “20220304”

Milan Records USA

  La malattia non ha dato tregua al musicista giapponese, che ha compiuto 71 anni il 17 gennaio. "Dopo essere finalmente tornato a casa dopo un'importante operazione, mi sono ritrovato a prendere in mano il synth. Non avevo intenzione di comporre nulla, volevo solo immergermi in un oceano di suoni. Probabilmente continuerò a tenere questo tipo di diario". Queste parole di Ryuichi Sakamoto trovano il loro senso durante l'ascolto di 12. La musica lascia trasparire l’immagine di un artista trasportato da una grazia potente, seppur fisicamente indebolito.  

Ryuichi Sakamoto : interview Qobuz

Qobuz

  "Un oceano di suoni": proprio così. 12 è un album molto ambient, ricco di sensazioni intime che fanno venire i brividi. Non siamo lontani dai liti del Brian Eno di Ambient 1: Music for Airports e Music for Films. Ed è percepibile l'influenza di alcune delle registrazioni che Sakamoto ha scritto insieme al musicista tedesco Carsten Nicolai - in arte Alva Noto - a partire dai primi anni 2000. Le sequenze tese lasciano il posto a tessiture sonore più serene, a tratti evanescenti, sintetiche ma visceralmente organiche. Il peso della malattia a volte galleggia nell'atmosfera, ma Sakamoto fa che siano soprattutto gli attacchi melodici, ritmici o armonici a prendere il sopravvento. Avvolti da questo grande mantello impressionista, ci lasciamo trasportare dalla musica. @ Marc Zisman/Qobuz

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